To Venus and back (che è anche il titolo di un album dell'ottima Tori Amos)
Innanzittutto i fatti tecnici.
Stamane, dal sorgere del sole e per circa un'ora, è stato possibile ammirare il passaggio di Venere davanti al sole. Tecnicamente si potrebbe parlare di eclissi, visto che il corpo celeste si frappone tra Terra e Sole; in realtà Venere è talmente piccola e lontana che ad occhio nudo non è possibile apprezzare il fenomeno.
Questo evento ha un periodo curioso, poichè il precedente è avvenuto nel 2004, ma il prossimo è schedulato per il 2017. Che, a meno di GROSSI avanzamenti della scienza medica non prevedo di arrivare a vedere.
Sicchè era oggi o mai più. Meglio oggi.
La sveglia è stata puntata super presto: quattro e tre quarti. Un'ora che credo di non aver mai visto se non dopo una nottata festaiola. Un'abbondante colazione, propedeutica al susseguente sforzo fisico e vestiti pesantucci perchè l'alba dev'essere fresca, su al Piazzale; così rimuginavo con gli occhi incollati da tre ore scarse di sonno. Ho inforcato la Michelina e via! nella luce lucida dell'alba. Alle cinque Firenze è vuota, irreale, azzurra e i viali sono la tua pista ciclabile. Ho passato la ferrovia, poi l'Arno; giù giù fino all'arco dove una volta d'estate facevano le Rime Rampanti (bei tempi!). Michelina è rimasta lì, legata ad un palo qualsiasi; io mi sono inerpicata per le scalinate, su finchè l'orizzonte del Piazzale mi si è aperto davanti.
Per una volta nella vita ero in anticipo: il Sole doveva ancora sorgere, anche se la sua luce gialla già filtrava oltre il crinale dei monti. Poca gente, in capannelli sparuti; lavorìo, aggeggi strani, un piccolo telescopio puntato a Est.
Poi è sorto e mi sono resa conto di non avere nemmeno gli occhiali scuri. Fortunatamente, in quel momento siamo diventati tutti amici; bisognosi di condividere qualcosa che non si sarebbe ripetuto prima di 105 anni. Un po' di tempo.
Così, nell'oculare del telescopio dei miei nuovi amici della Società Astrofisica Fiorentina, ho potuto vedere Venere percorrere lentamente il suo cammino sul Sole e poi sparire, nell'oscurità dei filtri flare, per altri 105 anni.
Tanta roba. E tanta roba l'alba sul piazzale. Necessario fidarsi sulla parola: la mia macchina fotografica era a casa, accanto agli occhiali da sole.
L'ottima Tori Amos
mercoledì 6 giugno 2012
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